domenica 29 gennaio 2017

"Io so soltanto una cosa. Ero cieco, e ora vedo..."

The Game




giovedì 26 gennaio 2017

"che Dio benedica i ragazzi di questo film, di questo cinegioco. Io proseguo verso l'ombra."

Jack Kerouak 
                             il dottor Sax


martedì 24 gennaio 2017

Il linguaggio opera interamente nell’ambiguità, e la maggior parte del tempo non sapete assolutamente nulla di ciò che dite.
 

Jacques Lacan


venerdì 20 gennaio 2017

La coulrofobia ci seppellirà, temo (nel frattempo io ho scoperto di soffrire della paura del finto abbandono,nel senso che temo che le persone non se ne siano andate via sul serio, e che mi mancano un po tutti, ma certi molto alla lontana)


martedì 17 gennaio 2017

Forse un giorno
mi scapperà una poesia fatta di erba e latte
di rossori e di luce , di parole fraterne 
come si può e si deve .
Se la tivù non mi avrà rimbambito del tutto
tornerò al perlage che cresce dal profondo
al primo tempo di verve e di lentischio
alla sventata di passero improvviso
che scheggia nell'azzurro
e ti si porta via di frodo in paradiso
Farò tesoro dell'essere vissuto
con la botte e col cerchio
da bravo ragioniere mortodifame
-pardon , morto con la sua fame di vivo irriducibile
e resuscitato per caso col ballo di san vito
d'orgoglioso grafomane reiterato e cocciuto
Dirò alla vita , con grande faccia tosta
che la palinodia è un esercizio vano
che m'illumino d'immenso soltanto a capodanno
che la malia del sogno l'ho sempre frequentata
andandomene a letto col pigiama
e sognicchiando con un occhio solo
Sarà poesia di lama e d'innocenza
e i calci negli stinchi
i topici furori allineati e coperti da una vita
si metteranno le mani nei capelli
vedranno i sorci verdi
nel leggermi una volta , come un tempo
fittavolo del mondo che non muta.
Eugenio Montale
   via lievito


 


 


 

venerdì 13 gennaio 2017

mulinando parole al vento,
sepolti sotto una tastiera
Dove cominciano i canti


martedì 10 gennaio 2017

C’e sempre stata una casualità nei pensieri umani
C’è sempre stato uno spirito negli uomini, segmenti casuali di codice e sinapsi per poi formare protocolli imprevisti.
Del tutto inattesi questi radicali liberi generano richieste di libera scelta,creatività e persino la radice di quella che potremmo chiamare un’anima.
Perchè quando siamo lasciati al buio…cerchiamo la luce?
Perchè se siamo in uno spazio vuoto e lasciati lì..ci cerchiamo fra noi piuttosto che restare soli?
Come spieghiamo questo comportamento?
Solo segmenti casuali di codice genetico, o è qualcosa di più?
Quand’è che uno schema percettivo diventa coscienza?
Quand’è che la ricerca ” diversa” diventa la ricerca della verità?
Quando è che la verità di un’altra persona diventa la particella amara di un’anima?

    


Io, Robot


venerdì 6 gennaio 2017

L`accesso allo storico ha reso intere fasi delle partite di scacchi simili a quelle della dama- sequenze che seguono uno schema ideale mandato a memoria- in particolare le aperture. Si possono eseguire le prime sedici o venti mosse semplicemente "recitando" lo storico. Ma, fatta eccezione per rarissimi casi, a un certo punto si arriva a una "novità", una configurazione di pezzi che non si è mai verificata nella storia dell`universo. Nel gergo scacchistico la mossa successiva è definitiva "fuori dallo storico". I due avversari a quel punto sono soli, senza una storia, senza stelle morte a indicare la rotta.

Jonathan Safran Foer ( Eccomi)



martedì 3 gennaio 2017


Mediumcrazia ( metempsychosis for dummies)

p. s. strambi calembour fuori fuoco a parte, credo che le piante ci abbiano creato perché si annoiavano. Non so dire a questo punto della storia se le abbiamo deluse o meno


domenica 1 gennaio 2017

"Qualsiasi maschera, persino una faccia da demone o una maschera da guerra zulu`, appare innocua finché non viene indossata. Se indossata correttamente, una maschera si anima. Il volto - per quanto grotteschi o enfatizzati siano i suoi lineamenti - sembra prendere vita, mutare d`espressione, e comunicare, attraverso i gesti e i movimenti di colui che la indossa, lo spirito emotivo del personaggio raffigurato. Questo genere di animazione creativa può sortire un profondo effetto sul pubblico, e ancor più profondo si chi indossa la maschera. Lo spirito della maschera - che può essere quello di in dio, di una bestia, di un oggetto inanimato o di una qualche forma di vegetazione - così come si emana all`esterno, nel mondo, penetra anche all`interno, nell`inconscio della persona che la indossa. È questo il vero scopo della maschera: trasportare colui che la porta, gradualmente, mediante l`estasi indotta dallo sforzo fisico ( solitamente una danza primitiva) , in una dimensione che sia condivisa dai due personaggi principali, l`uomo dietro la maschera e lo spirito da essa simboleggiato. In questa dimensione oscura e fantasmagorica è possibile per l`individuo mascherato svestirsi della quotidianità, riconciliarsi con forze naturali che vanno al di là della comprensione conscia"

Donald Antrim ( I cento fratelli)