domenica 19 aprile 2015

sul luogo del disastro

"Siamo annegati nelle acque del Canale di Sicilia. Tentati dal sogno e dalla necessità, siamo finiti in mano ai mercanti d’uomini, a scafisti senza scrupoli che, quale mercanzia inutile e rischiosa, ci hanno scaricato in mare. Siamo lentamente spariti tra i flutti e, da allora, ci siamo resi invisibili. Formiamo, adesso,  il ‘popolo degli annegati’ che abita i fondali del mare, tra la Tunisia e Lampedusa. Morti e invisibili al mondo, siamo tornati a fiorire alla vita nel corallo e nella spugna. Ci siamo fatti alcionaria e spirografo, fluttuanti gorgonie e praterie di poseidonia: ci conservano la sabbia, il granito e l’ossidiana. Alcuni di noi sono ancora mucchi d’ossa bianche, spolpate con piacere da donzelle e sciarrani. Siamo pasto di gamberi e perchie golose; il nostro cranio è tana e rifugio del polpo e della murena. Questo fa di noi candida semenza del mare che è vita, eternamente. "

http://www.stampacritica.it/Primo_Piano/Voci/2013/7/15_20.000_annegati_incontrano_il_Papa.html

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