mercoledì 9 gennaio 2019

Furono mesi d’ozio e di relativo benessere, e perciò pieni di nostalgia penetrante.
La nostalgia è una sofferenza fragile e gentile, essenzialmente diversa, più intima, più umana delle altre pene che avevamo sostenuto fino a quel tempo: percosse, freddo, fame, terrore, destituzione, malattia.
È un dolore limpido e pulito, ma urgente: pervade tutti i minuti della giornata, non concede altri pensieri, e spinge alle evasioni.
Forse per questo, la foresta intorno al campo esercitava su di noi un’attrazione profonda.
Forse perché offriva, a ognuno che lo ricercasse, il dono inestimabile della solitudine: e da quanto tempo ne eravamo privi!
Forse perché ci ricordava altri boschi, altre solitudini della nostra esistenza precedente, o forse perché invece, al contrario, perché era solenne e austera come nessun altro scenario a noi noto.

 

Primo Levi § La tregua





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