mercoledì 27 gennaio 2021

 La traccia insidiosa nella quale il tempo si allontana da noi.

Voi, predecessori, sangue nella scarpa. Sguardi senza occhi, parole senza bocca. Forme, prive di corpo. Discesi al cielo, dispersi in tombe lontane, resuscitati dai morti, ancora, sempre rimettendo ai nostri debitori, triste pazienza d'angeli.

E noi, ancora, sempre avidi del sapore di cenere delle parole. Non ancora, come dovremmo, muti. Di' per favore, grazie.

Per favore. Grazie.

Risa antiche, di secoli. L'eco, immane, più volte spezzata. E il sospetto che nulla più verrà all'infuori di questa risonanza. Ma solo la Grandezza giustifica la mancanza contro la legge e riconcilia il colpevole con se stesso.

Uno di loro, Kleist, colpito da quest'udito troppo sensibile fugge con pretesti che non gli è concesso penetrare fino in fondo. Senza meta, sembra, segna la lacerata carta d'Europa con la sua traccia bizzarra. Dove io non sono, lì c'è la felicità.

La donna, Günderrode, confinata in quel cerchio ristretto, meditativa, perspicace, integra, risoluta a vivere per l'immortalità, a sacrificare il visibile all'invisibile.

Che si siano incontrati: vagheggiata leggenda. Winkel sul Reno, noi l'abbiamo visto. Un luogo adatto.

Giugno 1804.




Nessun luogo. Da nessuna parte ( Christa Wolf )



https://youtu.be/uFJcbIgWsos




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