sabato 6 marzo 2021

 "La mia si chiama Sindrome da Disintossicazione Perseverante. Per spiegarla nel modo più semplice, diremmo che si basa su un ostinato ritorno della coscienza a certe immagini, o addirittura su una loro ricerca compulsiva.

[...] I miei sintomi si manifestano con un'attrazione verso tutto ciò che è rotto, imperfetto, difettoso, screpolato. Mi interessano le forme imprecise, gli sbagli nei lavori creativi, i vicoli ciechi. Ciò che avrebbe dovuto svilupparsi ma per qualche motivo è rimasto incompiuto, oppure al contrario si è sviluppato troppo. Tutto quello che è fuori regola, troppo piccolo o troppo grande, sovradimensionato o incompleto, mostruoso e ripugnante. Forme asimmetriche, che si moltiplicano, che traboccano, esplodono o al contrario si riducono dalla pluralità all'unità. Non mi interessano gli avvenimenti ripetitivi sui quali si concentra la statistica, quelli che tutti celebrano con un sorriso complice di soddisfazione stampato sul viso. La mia sensibilità è teratologica, filomostruosa. Ho l'incessante e faticosa convinzione che proprio qui la vera esistenza si rompa in superficie e riveli la propria natura. All'improvviso, una rivelazione casuale. Un timido "ops", l'orlo della biancheria intima sotto una gonna plissettata alla perfezione. Uno schifoso scheletro di metallo che striscia fuori dal rivestimento di velluto; l'eruzione di una molla da una poltrona imbottita che smaschera spudoratamente l'illusione di qualsiasi morbidezza."


"La meta dei miei pellegrinaggi è sempre un altro pellegrino."




I vagabondi ( Olga Tokarczuk )


https://youtu.be/C2uu_lXOYQ0






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