domenica 30 gennaio 2022

 Era il ferragosto del 1993, e da lì a qualche giorno sarei dovuto partire a Taranto per iniziare la leva. Se non mi fossi presentato sarei diventato un ( per utilizzare una formula molto in voga a Salò durante la repubblica nazifascista per coloro che fuggivano in collina onde evitare la chiamata alle armi per una guerra fratricida, anche se le conseguenze sarebbero state decisamente meno nefaste ) "assente arbitrario". Eravamo partiti in gruppo e usavamo la casa di famiglia di un amico ereditata dai nonni che stava in un paese in cima a quell'altura dal nome suggestivo. Per bagordi e gozzoviglie scendevamo al mare in quella meraviglia di città dalle ascendenze catalane. La mattina del 15 alla fine di una notte brava in discoteca praticamente eravamo tutti in debito di sonno e in precarie condizioni psicofisiche, visto che avevamo largheggiato un po' coi beveraggi. Rispetto agli altri io soffrivo pure maledettamente il mal d'auto e per arrivare  nel quartier generale ci aspettavano 8 chilometri e una decina di tornanti talmente micidiali da aver fatto nascere la leggenda metropolitana ( probabilmente forgiata per l'occasione ) per cui l'ingegnere che l'aveva progettata si era suicidato per il rimorso di averlo fatto. Nel mentre che ci preparavamo per risalire salendo a bordo delle utilitarie, nella consapevolezza di quanto appena affermato, fui colto dall'illuminazione per cui dichiarai agli altri che sarei risalito a piedi, di partire tranquilli. Erano le otto del mattino e c'erano già 28 gradi. L'amico che era pure il proprietario del "rifugio" e conosceva bene la zona provò in un barlume di lucidità a farmi ragionare dicendo che con quelle pendenze e con l'aria che si sarebbe fatta rovente di lì a poco, coi postumi di una notte alcolica sarei quasi sicuramente morto disidrato a metà strada in mezzo alle sterpaglie tra le più atroci sofferenze. Ma io non feci cenno di cambiare idea e li pregai di partire. Il tempo si fermò. Tutti iniziarono a fissarmi pronti ad ascrivermi in futuro nel rango degli eroi quasi anonimi, come in una storia messicana . Si sentiva solo il frinire dei grilli della campagna che iniziava proprio lì, o forse a pensarci bene era solo il ronzio della cefalea. Tutto era sospeso nel nulla, come in un'istantanea. Poi, di colpo tutto quel coraggio si inabissò o forse venne fuori la mia parte razionale e chiesi a N. di aprire lo sportello per farmi salire. Ancora oggi, trascorsi quasi trent'anni, penso che se fossi stato più fermo in quella decisione probabilmente avrei avuto un'altra vita o avrei fatto una strada decisamente più interessante ( ma del resto, per dirla con Tom Robbins, "solo i matti non hanno ripensamenti" )



https://youtu.be/41kF2-JvwPs





Nella foto il monte Minerva (  

http://photos.wikimapia.org/p/00/04/73/61/97_big.jpg   )





0 Commenti:

Posta un commento

Iscriviti a Commenti sul post [Atom]

<< Home page