lunedì 11 aprile 2022

  “In un paese malato ogni passo verso la guarigione è un insulto per quelli che campano sulla malattia“.



"La sua giovinezza scorreva via. Era in prigione da quasi tre mesi, un periodo tre volte più lungo di quanto avrebbe predetto Bibikov e solo Iddio sapeva quando sarebbe finito. Yakov quasi impazziva a cercare di capire che cosa gli stesse capitando. Che ci faceva in galera un tuttofare inoffensivo? Che cosa aveva fatto per meritarsi quella terribile prigionia di cui non si vedeva la fine? Non aveva già avuto più della sua porzione d’infelicità, in un mondo men che giusto? Yakov provava disperatamente a riordinare in una sequenza comprensibile gli eventi che lo avevano portato, senza remissione, dalla partenza dallo shtetl alla prigione di Kiev, ma pensare a tutte quelle quelle esperienze strane e imprevedibili come al prodotto significativo di una serie di eventi concatenati lo mandava in confusione. Certo, il mondo era quello che era. La pioggia spegne gli incendi e provoca le inondazioni. Tuttavia, erano successe troppe cose che non tornavano. Lui aveva commesso alcuni errori, e li aveva pagati a usura. In una notte buia, una fitta ragnatela nera era caduta su di lui per il semplice motivo che vi stava sotto, e per quanto corresse in ogni direzione non riusciva a districarsi dalle sue spire appiccicose. Chi era il ragno, se era vero che si teneva nascosto? A volte Yakov pensava che Dio lo punisse del suo ateismo."


"Quando si viene ai fatti, o Dio è una nostra invenzione e non ci si può fare niente, o è una forza della Natura ma non della storia. Una forza non è un padre. È un vento gelato: prova a scaldartici. A dir la verità, per me Dio è un fallimento completo e ci ho messo una pietra sopra“.


Bernard Malamud


 L’uomo di Kiev




https://youtu.be/XhzpxjuwZy0





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