Una lunga finta telefonata anonima precedette quegli eventi. Finta perché mi fu raccontata da terzi ed era un resoconto che faceva acqua da tutte le parti, ma in quel tempo non avevo ancora tutto l'armamentario di cui mi illudevo di disporre qualche anno più tardi in tema di analisi, ed ero manovrabile come un idealista che si infiamma o si commuove davanti alle chiacchiere dell'esponente della coalizione avversaria e ai mirabili discorsi programmatici del suo oratore politico preferito. In poche parole non era difficile coglionarmi neanche allora. Il resto fu tutta una serie di circostanze in cui mi ritrovavo paracadutato quando finivo in balia degli eventi, e/o a fare da balia a casi umani che riscuotevano la mia empatia. Ma nemmeno per un momento avevo pensato di trasferire la responsabilità dei miei fallimenti in capo a qualcun altro, pratica che peraltro sembrava essere diventata lo sport nazionale. Era comunque una splendida mattina di ottobre, la pioggia brillava per assenza, e la signora col cagnolino già intabarrato con una sorta di zimarra verde stava passando come ogni santo giorno davanti al mio tavolino. Chi guidava chi non ci era concesso saperlo
https://youtu.be/Mqp9L06QLtc
https://youtu.be/UTIHvMfYe1Q
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