domenica 21 gennaio 2024

 Sto insomma cominciando a capire un paio di cose: la prima è che se uno vuole comprendere un autore deve leggerlo e poi astenersi dal leggerne i critici. I critici cominciano a spiegarti che l'autore x non sta dicendo ciò che sta dicendo, perché in realtà sta facendo una parodia, una provocazione, un'antifrasi, un paradosso, un ingigantimento retorico, un uso umoristico, un rovesciamento ironico, un ammiccamento autoironico: sotto i colpi delle interpretazioni l'opera evapora, e può essere costretta a dire qualsiasi cosa. Il supremo Pasolini, essendo supremo, era in grado di contenere in sé stesso tanto l'autore quanto gli esegeti discordi, e dunque si dava già da solo due interpretazioni opposte e inconciliabili, si faceva una guerra ermeneutica intestina: <<Questi brutti versi io li ho scritti su più registri contemporaneamente, e quindi sono tutti "sdoppiati", cioè ironici e autoironici>>.



Dario Ferrari 

 La ricreazione è finita  ( Sellerio editore Palermo )




https://youtu.be/IXUsPwpImog?feature=shared




https://youtu.be/rWj7IEWpcxA?si=IdbZy8wGe5BUGKwi



https://youtu.be/WgIp1Y2akRA?si=JS0KrzdLWT-tslnR






Frame:

https://www.liberation.fr/cinema/2014/05/21/dumont-et-merveilles_1023639/



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