lunedì 2 marzo 2015

"Uno spazio bianco si riempie man mano di parole, ed è la prima pagina di un libro, o una lettera scritta con inchiostro che non lascia traccia, un marmo dissepolto d'incisi ermetici caratteri, chi sogna si sforza di leggere le parole, se riuscirà a decifrarle avrà una risposta alle domande decisive che lo riguardano. Ma le parole non si afferrano, sono distorte, sono ondeggianti, come viste attraverso uno schermo d'acqua. Chi sogna sa di sognare, eppure questo non lo rassicura. La tensione, l'ansia, l'allarme restano. Quel segno isolato cos'è? Un'iniziale o un sigillo?

                                                                     Ψ

Un emblema, un simbolo, un ideogramma? La psi dell'alfabeto greco? Con un po di attenzione sarebbe  possibile forse andare avanti...Ecco una D, poi c'è una V o... una i, una A....
Dva   Dià.
Basterebbe un niente per proseguire, per connettere. Dva, Dià, poi? Ma l'occhio nonostante i reiterati tentativi non riesce a superare quel niente per mettere insieme una parola che abbia un senso. Dva, Dià, non oltre, nient'altro. Sillabe s'aggregano e si scompongono come righe di esagrammi, mosaici di parole non formate, tasselli fatiscenti che si sgretolano come intonaco. E riprova, a diverse possibili distanze sempresfuocate, a lungo quanto dura il sogno, finchè la vista non regge più e s'inganna. E un continuo tendere dell'occhio, un continuo sottrarsi delle parole, e tutto assume un ritmo convulso, intollerabile, Perchè durante i tentativi chi sta sognando ha capito che deve svegliarsi dal suo sogno per venirne a capo. Ma non sa se gli accadrà mai di svegliarsi"

Amore e Psiche - Raffaele La Capria (incipit)          
      
http://youtu.be/CPTw44AWNWA
                                                                           


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