Dice il Signor Cogito:
adesso capisco le geometrie implacabili di Escher,
quelle scale che non conducono in alcun luogo,
quei piani inclinati
che si inclinano sempre di più, quei vortici
di spigoli che sembrano discendere, ed invece
salgono verso l’alto, dove non si sa,
probabilmente verso nessun luogo,
comprendo le «bottiglie» di Morandi
e le «piazze d’Italia» di De Chirico
con il vento che le attraversa, quel vento che
nei dipinti di Morandi invece non c’è.
Comprendo Benjamin Britten il quale diceva che
scriveva musica per gli uomini,
comprendo anche Platone con l’utopia
della Repubblica perfetta
con a capo i filosofi e in basso gli schiavi
e «La città del sole» di Tommaso Campanella
dove tutti sono liberi e c’è commercio paritario di donne,
capisco perfino il Signor Cogito, quel maleducato
che quando esce sbatte sempre la porta,
adesso ho imparato a comprenderlo:
intendo le sue ragioni,
la legislazione delle sue idee che come pinnacoli
bucano il cielo della Ragione.
Dice il Signor Cogito:
«le mie ragioni sono usucapioni della Ragione universale».
Ho imparato, a mie spese, tutto ciò.
Comprendo anche il perché un filosofo come De Sideribus
mi sia stato ostile in tutti questi volgari anni,
e Sesto Empirico, e Quinto Metafisico,
anche costoro mi sono stati ostili,
comprendo anche perché Emanuele Kant
passeggiasse per le vie di Königsberg
puntuale sempre alla stessa ora
prima che i lanternai accendessero le lanterne
e gli orologiai accordassero gli orologi.
Ma, mi chiedo: «a che mi serve tutto ciò?, intendo:
che vantaggio ne ho tratto?».
Forse era preferibile quando ero giovane,
quando dubitavo di tutto ma ero ancora
capace di credere.
Risposta al Signor Cogito di Zbigniev Herbert
Giorgio Linguaglossa
https://lapresenzadierato.com/2013/12/12/tre-poesie-sul-tema-del-signor-cogito-zbigniev-herbert-ryszard-krynicki-giorgio-linguaglossa/
https://youtu.be/SCc6oRWAy-M
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