domenica 8 maggio 2022

 


"E cosa c'è di peggio dell'inferno?" disse. "Il purgatorio," dissi.





Un agente mi accompagnò all'ascensore, scese con me fino al marciapiede, e mi restituì alla vita. Feci sì e no una cinquantina di passi lungo il marciapiede, e poi mi bloccai.

Mi sentii agghiacciare.

Non era un senso di colpa che mi agghiacciava. Avevo imparato a non sentirmi mai colpevole.

Non era la spaventosa sensazione di sentirmi ormai inevitabilmente perduto che mi agghiacciava. Avevo imparato a non far tesoro di nulla.

Non era l'odio per la morte che mi agghiacciava. Avevo imparato a considerare la morte come un'amica.

Non era una rabbia sconsolata che mi agghiacciava. Avevo imparato che un uomo farebbe meglio a cercare tiare tempestate di diamanti in un tombino, piuttosto che aspettarsi giusti castighi e ricompense.

Non era il pensiero di essere così poco amato che mi agghiacciava. Avevo imparato a vivere senza amore.

Non era l'idea della crudeltà di Dio che mi agghiacciava. Avevo imparato a non aspettarmi mai nulla da Dio.

Quelche mi agghiacciava era il fatto di non avere assolutamente alcun motivo per muovermi in una direzione piuttosto che in un'altra. Era stata la curiosità a farmi procedere per tutti quegli anni morti e senza scopo.

Adesso si era spenta anche quella.

Non saprei dire per quanto tempo rimasi immobile sul marciapiede. Per ptermi muovere di nuovo, avrei dovuto trovare qualcuno che me ne desse una ragione.

E lo trovai.

Un poliziotto stette a guardarmi per un po', poi mi si avvicinò e disse: "Si sente bene?"

"Sì" dissi.

"Aspetta qualcuno?" disse.

"No" dissi.

"Sarà meglio che se ne vada, allora, non crede?" disse.

"Signorsì" dissi.

E me ne andai.




Madre Notte


Kurt Vonnegut




https://youtu.be/VsKeoUF0iLQ



https://youtu.be/QOJEmi0yJME



https://youtu.be/RGsBiZ_Gci0








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