domenica 1 settembre 2024

 Ora splende il sole del mattino. Illumina la strada che conduce all'interno dei cancelli neri e attraversa il parco. Le pozzanghere scintillano, qualcuno apre una finestra nel corridoio del secondo piano dove il mio corpo è rimasto seduto, pesante e indifferente, dove le mie mani sono rimaste immobili, senza volere niente.

Sì, la luce è qui, e vorrei che il resto della mia vita fosse un'unica descrizione della luce, come l'ho vissuta un giorno, tanto tempo fa, alla curva di una strada: era una sera d'estate, i raggi del sole cadevano obliqui sui campi verdi, io ero triste e solo. E tutt'a un tratto accadde che il mio corpo venisse penetrato da un Calore che era Presenza in ogni cosa. Nelle foglie, nelle spighe. Ero trasparente come Musica. Ero un Adagio. Ero una delle note, parte necessaria e nel brano che veniva suonato, e quando l'erba e gli alberi si piegavano io sapevo che qualcuno passava con dita leggere su tutto ciò che era vivo come su una tastiera.

Io venivo suonato, Victor.

Lontano, al di là dei monti, al di là del lago e dei boschi dove pascolavano mucche e cavalli, qualcuno giocava creando una composizione meravigliosa e tutto quel che vedeva, s'intuiva e si sognava ne era una parte importante al pari di tutte le altre.



Göran Tunström



L'oratorio di natale



https://youtu.be/XVnQS_FPeng?si=pFVjZWO7J0AGMmp3



https://youtu.be/HtdsbzYMFu8?si=6VvKpj7iM94u253F




https://youtu.be/k3-HbIQ91Ic?si=LViouRlqBY_UDJKb





Photo ( frame ):


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