domenica 10 ottobre 2021

 PROLOGO DELL'AUTORE




"O lustrissimi e molto valorosi campioni, gentiluomini o no, che volentieri vi date a ogni sorta d'oneste gentilezze, voi avete or non è molto, visto, letto e conosciuto Le Grandi e inestimabili Croniche dell'enorme gigante Gargantua e, da veri fedeli le avete bravamente credute come testo di Bibbia o di santo Vangelo; e più volte vi ci siete spassati con le onorevoli dame e damigelle facendone loro belli e lunghi racconti quando vi mancavano altri argomenti. Benissimo! Per ciò siete degni di gran lode e memoria sempiterna. E io vorrei che ciascuno lasciasse il suo lavoro, trascurasse il mestiere e dimenticasse gli affari per dedicarvisi totalmente e senza che il suo spirito fosse altrove attratto o distratto, fino a tanto che le avesse imparate a memoria affinché, se per avventura l'arte della stampa cessasse e tutti i libri perissero, ciascuno in avvenire potrebbe insegnarle chiaramente ai figlioli, e affidarle ai successori e superstiti quasi facendole passare da mano a mano come la Cabala religiosa. Ed è in ciò maggior frutto che per avventura non pensi un branco di grossi fanfaroni tutti croste, che in questi lievi piacevolezze intendono assai meno di Racleto nelle Pandette.


Ho conosciuto alti e potenti signori in buon numero, che andando a caccia grossa, o per anitre, se avveniva che la bestia non si scovasse o che il falcone si desse a librarsi, vedendo la preda guadagnare spazio a ogni colpo d'ala, restavano ben tristi come potete capire: ma per non abbattersi cercavano rifugio e conforto ricordando le inestimabili geste del detto Gargantua.


Vi son altri pel mondo (non conto frottole) i quali, grandemente afflitti dal mal di denti, dopo aver sperperato tutte le loro sostanze in medici senza alcun profitto, rimedio speditissimo hanno trovato mettendo le dette Croniche tra due bei pannilini ben caldi e applicandole sulla parte malata non senza senapizzarle un pochino con polvere d’oribus.


Ma che dirò dei poveri impestati e gottosi? Oh quante volte li abbiam visti unti e bisunti d'unguenti, col viso lustro come la serratura della dispensa, che i denti gli ballavano come tasti d'organo o di spinetta quando la mano vi scorre su, e il gozzo gli schiumava come al porco selvatico quando i veltri lo acculano alle tele! E che facevano essi allora? Altra consolazione non aveano che udir leggere qualche pagina del detto libro. E n'abbiam visto taluni votar l’anima a centomila vecchi diavoli se non avessero provato sollievo manifesto al martirio della cura, colla lettura del detto libro né piú né meno delle partorienti, che gongolano a legger loro la vita di Santa Margherita.


Ma ci dite niente, ohe? Trovatemi un altro libro di qual si sia lingua, o facoltà, o scienza, che vanti tali virtú, proprietà e prerogative e m'impegno di pagarvi un bel piatto di trippe. No, signori, no; è un libro senza pari, impareggiabile, imparagonabile: lo sostengo fino alla pena del fuoco, esclusa. E non altro che truffattore, imbroglione, impostore e corruttore sia reputato chi osi sostenere il contrario.


È ben vero che certe proprietà occulte si trovano in alcuni libri d'alto fusto come Sculacciabarili, Orlando Furioso, Roberto il Diavolo, Fierebras, Guglielmo senza paura, Ugone di Bordeaux, Montevieille e Matabruna. Ma non c'è confronto con quello di cui parliamo. E la gente ha ben provato per esperienza infallibile il grande emolumento e utilità provenienti dalla detta Cronica Gargantuina, ché gli stampatori n'hanno più vendute in due mesi che non venderanno Bibbie in nove anni.


Volendo dunque io, vostro umile schiavo, accrescere davvantaggio i passatempi vostri, vi offro ora un nuovo libro dello stesso calibro salvo che questo è un po' piú verosimile e degno di fede che l'altro non fosse. E non crediate (se non volete errare ad occhi aperti) che io ne parli come fanno gli Ebrei della Legge. Non son nato sotto quel pianeta, e mai non m'accadde di mentire o affermare cosa che non fosse vera. Io ne parlo come Santo Giovanni dell'Apocalisse, quod vidimus testamur. E tratta il libro degli orribili fatti e prodezze di Pantagruele al cui servizio io fui appena uscito di paggio fino ad ora che con sua licenza me ne son venuto a visitare un tantino il mio paese vacchereccio e a vedere se viva ancora qualcuno de' miei parenti. Ma, per terminare questo prologo, così come io mi dono corpo e anima, trippe e budella a centomila panierate di bei diavoli se dirò una sola bugia in tutta questa storia, parimenti voglio che vi bruci il fuoco di Sant'Antonio, vi atterri il mal caduco, un fulmine vi fulmini, l’ulcera v'impiaghi, vi colga il cacasangue, e il fuoco fino di riccaracca, sottile come pel di vacca, tutto rinforzato d'argento vivo, possa entrarvi nel culo, e che possiate come Sodoma e Gomorra precipitare in zolfo, fuoco e abisso, se non crederete fermamente a tutto ciò che racconterò in questa presente Cronica."



https://www.rodoni.ch/busoni/bibliotechina/pantagruele/rabelais4.html





https://youtu.be/D-VQxS5hwDk





0 Commenti:

Posta un commento

Iscriviti a Commenti sul post [Atom]

<< Home page