giovedì 6 gennaio 2022

 Di compositori ne aveva conosciuti tanti, negli anni in cui accordava pianoforti, ma quello che gli venne in mente fu David Barber. La cosa aveva una sua logica: Jasper Gwyn ricordava distintamente una sua composizione per clarinetto, ventilatore e tubi idraulici. Non era neanche tanto male. I tubi gorgogliavano un sacco.


Per anni si erano persi di vista, ma quando a Jasper Gwyn era accaduto di raggiungere una certa notorietà David Barber l’aveva cercato per proporgli di scrivere il testo di una sua Cantata. Non se n’era fatto niente (era una cantata per voce registrata, sifone da seltz e orchestra d’archi), ma i due erano rimasti in contatto. David era un tipo simpatico, aveva l’hobby della caccia, e viveva circondato da cani a cui dava solo nomi di pianisti, cosa che consentiva a Jasper Gwyn di affermare, senza mentire, che una volta era stato morso da Radu Lupu. Come compositore si era a lungo divertito frequentando l’ala più festiva delle avanguardie newyorkesi: non si facevano molti soldi, ma il successo con le donne era assicurato. Poi per un lungo periodo era scomparso, seguendo certe sue idee esoteriche sui rapporti tonali e insegnando quel che gli sembrava di averne capito in certi circoli parauniversitari. L’ultima volta che Jasper Gwyn aveva sentito parlare di lui era stato quando, sui giornali, aveva letto di una sua sinfonia eseguita, irritualmente, all’Old Trafford, il celeberrimo stadio di Manchester. Il titolo della composizione, lunga novanta minuti, era Semifinal.



Alessandro Baricco ( ibidem )




https://youtu.be/UckufsnN-bI




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