giovedì 2 febbraio 2017

L'uomo che aveva sempre fretta
Qui da noi c’era un uomo che aveva sempre fretta e non facev
a mestiere alcuno. Passava fra
la gente come i pensieri
che risparmiano parole.
Per la fretta non salutava anima viva.
Così non c’era da fermarsi, un piede a terra, giù dalla bicicletta.
Per la fretta non cambiava la camicia.
Così non c’era da aspettare che il sapone facesse schiuma.
Per la fretta non lasciava che, in casa, c
uocessero i tortelli: li intascava crudi e li
mandava giù, secchi come un’ostia di
messa. In piedi. Contro la porta.
Così non c’era bisogno di tovaglia.
Per la fretta non lasciava maturare il vino: lo beveva giovane e annacquato.
Così non c’era bisogno d’ allungar le gambe sotto un’ombra, dopo mangiato.
Per la fretta pure lui perse nome e cognome: un pezzo r
estò impigliato in una siepe di pungitopo o mise le ali e volò
via, un giorno di vento basso.
Così gli restò un mucchietto di consonanti, magre e strette.
Non prese moglie e non fece figli. 
 
Gli restò molto tempo per la noia

                     


                                     Zena Roncada   ( Qui da noi )


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