venerdì 15 ottobre 2021

 "Sono alla seconda birra e le idee mi rotolano nella testa come palle da biliardo. Vanno in tutte le direzioni, a velocità variabile. Lucide palle dai colori accesi colpite da un esercito di giocatori in una frazione di secondo. Lei mi sta parlando e il mio cervello continua a frammentare quelle frasi e collegarle a caso. Non ho mai sperimentato un sonno profondo, qualcosa nella mia testa rimane sempre connesso alla superficie. Forse la mia inettitudine nel mantenere una continuità in una conversazione è dovuta a questo. A scuola i professori dicevano che avevo problemi di concentrazione e i compagni che ero stupido. La mia ipotesi è che la gente ripeta per lo più le stesse cose e questo mi distrae, per non perdersi del tutto la mia mente aggrega frammenti sparsi. Lei ci ha messo più di cinque minuti per dire che ha avuto un’infanzia difficile per colpa di un padre autoritario e ora si è lanciata nella critica della propria attività professionale. Odia farel’avvocato e non la veterinaria. Odia far parte di un ambiente dominato da tecnocrati insensibili in cui non c’è spazio per la creatività.

Ogni trenta secondi punteggio la sua litania con un piccolo grugnito di approvazione. Il mio cervello afferra una frase: Uno dovrebbe essere ciò che sogna, non ciò che fa. Dall’enfasi con cui la pronuncia e dalla pausa che la precede capisco che è uno dei suoi slogan preferiti. Il mio cervello la mette subito da parte perché c’è un elemento nuovo, un gruppo di lettura creativa di cui parla in toni quasi mistici. Si dipinge come l’eterna e felice anfitriona di un gruppo di sette amici che condividono le proprie illuminazioni su un enorme divano. Nei momenti di solitudine sente la loro mancanza e vaga per la casa circondata di oggetti trendy, mentre l’universo, sotto forma di fulmini di intrighi e sospetti, batte sui vetri delle finestre e la sveglia ogni mattina all’alba.

“Non credi che la vita sia altrove?”

La domanda la coglie alla sprovvista. Mi guarda e prima di rispondere beve un sorso di whisky. Riconosce che prendere decisioni la spaventa ed è per questo che non ha mai saputo se fa quello che vuole o si limita a lasciarsi portare dalla furia degli eventi. Le palle da biliardo nella mia testa si fermano e mi lasciano godere di quella prima scintilla di acume. Prendo coraggio e le dico che è futile ostentare sicurezza, dato che il nostro stile è plasmato da critiche e atteggiamenti arroganti e solo gli sciocchi cedono alla lusinga. Rimane in silenzio e sospetto di avere esagerato, come al solito. Continua a bere, e sembra reggere il whisky meglio di uno scaricatore di porto."




Efraim Medina Reyes ( ibidem )



https://youtu.be/4tZ969oc-yI





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