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"Dobbiamo impare a determinare la nostra rotta secondo le stelle, non seguendo le luci di ogni nave che passa." (Omar Bradley) Oppure niente
mercoledì 29 agosto 2018
venerdì 24 agosto 2018
martedì 21 agosto 2018
sabato 18 agosto 2018
Portami il girasole ch'io lo trapianti
nel mio terreno bruciato dal salino,
e mostri tutto il giorno agli azzurri specchianti
del cielo l'ansietà del suo volto giallino.
Tendono alla chiarità le cose oscure,
si esauriscono i corpi in un fluire
di tinte: queste in musiche. Svanire
é dunque la ventura delle venture.
Portami tu la pianta che conduce
dove sorgono bionde trasparenze
e vapora la vita quale essenza;
portami il girasole impazzito di luce.
(Eugenio Montale, Ossi di Seppia)
https://youtu.be/NZuJmbDL9q4
mercoledì 15 agosto 2018
venerdì 10 agosto 2018
domenica 5 agosto 2018
Tra gli uomini, l’incapacità di percepire correttamente la realtà è spesso responsabile di comportamenti anomali. Ogni volta che alla parola capace di descrivere accuratamente un’emozione o una situazione si sostituisce un termine gergale, sciatto e multiuso, si pregiudica il proprio orientamento nella realtà e ci si spinge sempre più lontano dalla riva sulle acque caliginose dell’alienazione e della confusione.
La parola “forte”, per esempio, ha una connotazione ben precisa. “Forte” significa “gagliardo, robusto, resistente”. Come parola, è uno strumento prezioso per descrivere una persona, un attrezzo, un tessuto. Quando però viene applicata in modo generico e inappropriato, come nell’uso gergale, non fa che oscurare la vera natura della cosa o della sensazione che dovrebbe rappresentare. Si trasforma in una parola-spugna, dalla quale si possono strizzare significati a secchiate, senza mai sapere quali sono quelli giusti. Quando una persona dice che un film è “forte”, non ti dà il minimo elemento per capire se la storia è divertente, tragica, avvincente o romantica; se la fotografia è splendida, la recitazione sentita, la sceneggiatura intelligente, la regia magistrale, o se piuttosto la protagonista aveva una scollatura per la quale varrebbe la pena di morire. Il gergo possiede un’economia e un’immediatezza che possono senz’altro avere le loro attrattive, ma svalutano l’esperienza standardizzandola e offuscandola, frapponendosi tra l’umanità e il mondo reale come un… un velo. Il gergo non fa altro che istupidire la gente, punto e basta, e la stupidità alla fine genera la follia.
Tom Robbins, Coscine di Pollo
venerdì 3 agosto 2018
ho sempre detestato le feste comandate ed ogni occasione in cui le aspettative di divertimento superano la soglia di una sana concretezza. A muovermi verso le discoteche nei primordi era puro desiderio di oblio o di danza della pioggia
https://www.youtube.com/watch?v=VrCa_PTu0t0
mercoledì 1 agosto 2018
"Solaris, sebbene massacrato da tagli e rimontaggi made in Italy eseguiti a insaputa di Tarkoskij per mere questioni di cassetta, fu un successo di pubblico e critica. I tagli fecero indignare il regista russo che chiese, senza successo, di eliminare il proprio nome dai titoli di testa. Non riconosceva più Solaris come sua opera dopo quel massacro. Eppure, malgrado tutto, il film, come 2001, lasciò il segno. E per anni, nei cineclub queste due pellicole spaziali dal passo lento dall'introspezione metafisica spopolarono fino a diventare imprescindibili. Era una stagione in cui intelligenza e complessità andavano di moda, ci si sentiva obbligati a sforzarsi di capire. Si andava al cineforum, quello di Egidio Guidobaldi in Via Portoscalas, un padre gesuita molto attivo. Introduceva i film, che spesso facevano parte di una rassegna. Metteva in contatto opere diverse, a volte perfettamente armoniose, altre inavvicinabili. Questa era la sua arte, suscitare una riflessione."
Igort ( my generation )
https://www.youtube.com/watch?v=Zm9MiF9MIQg