domenica 28 febbraio 2021

Haiku di un’alba inattesa
forse mia – forse cenni
o sussurri di altri universi

    Andrea Zanzotto

https://youtu.be/eKB1H2EsZrw



venerdì 26 febbraio 2021

 Dilazioni


Passano i giorni. Sbatte la vela sulla nave.

Si spezza la cima. Non li abbiamo annaffiati gli alberi.

L’altr’anno seccarono – né un frutto né una foglia.

Le donne sono invecchiate in fretta. Piccole lumache

salgono sui muri. Un giorno che scendemmo

a pulire, una buona volta, il pozzo – niente;

una frescura sorda e un mucchio di secchi arrugginiti.

Li tirammo fuori uno per uno. Il pozzo era prosciugato.


29 maggio 1968


Ghiannis Ritsos


https://www.crocettieditore.it/archivio/archivio-storico-poesie/poesia-del-01-08-2011/


https://youtu.be/E8fNddhGHVo










giovedì 25 febbraio 2021


 

"Rideva. Rideva con tutto se stesso, il petto, i muscoli, le viscere, ogni intima fibra. Rideva della contentezza di esistere e di essere amato. Rideva per conto del mondo, anche di quelli che al riso non vogliono abbandonarsi. Era un riso d'artista e d'atleta, insieme convulsivo e armonico, animale e filosofico, spontaneo e riflessivo. Ogni volta sembrava che eseguisse la sua risata come il trapezista il salto mortale, o il discobolo il lancio dell'attrezzo. Dopo ogni risata si guardava in giro per controllare se il suo numero aveva avuto successo.
Adesso è facile capire che era teatro, lo spettacolo messo in scena per noi, gli italiani del 1924, il suo pubblico adorante. Che importa? Possiamo rinunciare a tutto, non alla nostra antica fame di favola, d'incantamento. Il burattinaio americano ci ha nutrito per un anno intero. Ci ha divertito, rallegrato, esaltato. Cos'altro dobbiamo chiedergli? Quanti altri sono stati altrettanto generosi con noi?"


Ernesto Ferrero – L'anno dell'indiano



https://ilmanifesto.it/cervo-bianco-la-leggenda-del-finto-capo-tribu/

https://youtu.be/0TO1_b1JA0M




mercoledì 24 febbraio 2021

 Questa cosa qui, starsene seduti insieme qui in macchina. Dovrebbe importare, dovrebbe contare qualcosa.

E non è così?, chiese lui.

Forse si. È la storia della mia vita: questo conta, tutti momenti tranquilli come quello che stiamo vivendo contano, ma noi vogliamo solo scopare e raccogliere gli applausi, crediamo sia questo l'importante, e solo alla fine capiamo che è vero il contrario.


Peter Cameron ( Cose che succedono la notte )


https://youtu.be/Oi4Sv3Ic_GU




domenica 21 febbraio 2021


 



IL FANTASMA NECESSARIO DEL DISFATTISMO


DISFATTISMO: la parola appare improvvisa in una lingua che l' aveva dimenticata. Nel «Lessico di frequenza della lingua italiana contemporanea» che nel 1971 il Cnuce di Pisa pubblicò sulla base di un campione di 500.000 parole d' uso tra il 1947 e il 1968 troviamo la parola «disfatta» ma non troviamo «disfattismo». C' ERA voluta la disfatta della guerra per far tacere la voce di un regime che per vent' anni aveva sistematicamente fatto uso dell' accusa di disfattismo. E infatti basta varcare il confine del 1945 per trovare un uso sistematico di quell' accusa. Non sono più molti oggi gli italiani che l' hanno ascoltata nei raduni oceanici del regime fascista o gridata da una voce stentorea attraverso la radio. E solo l' ignoranza diffusa della nostra storia e la mancanza di una cultura politica degna di questo nome spiega perché manchi oggi una capacità collettiva del nostro paese di riconoscere l' apparizione di un termine chiave della nostra storia novecentesca . Il mondo è cambiato, la società italiana è oggi sideralmente lontana nei consumi e nello stile di vita da quella dei tempi del primo Cavaliere, i mezzi di comunicazione sono dotati di un' efficienza e di una capillarità allora inimmaginabili. Ma quella parola che affiora nel linguaggio del presidente del Consiglio è come una macchina del tempo. Di più , è un marcatore genetico. Ci riporta agli anni venti del secolo scorso. Svela il binario obbligato su cui corre il treno dell' avventura politica oggi in atto. Contro il disfattismo dei socialisti e la debolezza dei liberali, responsabili di dividere il paese e di criticare chi aveva voluto l' ingresso in guerra, Benito Mussolini pronunziò un celebre discorso il 3 aprile 1921 nel teatro comunale di Bologna: l' attacco era fatto in nome di una «stirpe ariana e mediterranea» da parte di un capo che chiamava a raccolta contro il nemico interno. Il filo dell' attacco al disfattismo non si interruppe qui. Fu il leit motiv della propaganda del regime. Se rievochiamo queste vecchie cose non è per tornare sulla questione generale se quello che si presentò anni fa come il «nuovo che avanza» sia in realtà qualcosa di molto vecchio, se il berlusconismo sia classificabile come fascismo. Quello che si presenta è una nuova declinazione di qualcosa che appartiene alle viscere profonde della storia italiana, alle magagne della nostra società, alle questioni non risolte nel rapporto tra gli italiani e il passato del paese. E' il linguaggio del leadera svelare che il regime che giorno dopo giorno avanza nel nostro paese tende a riproporre qualcosa che l' Italia ha già conosciuto. Il disfattismo fu per il regime fascista un fantasma necessario, continuamente evocato, il responsabile a cui imputare le difficoltà e gli insuccessi. La voce del Capo si alzava non tanto per denunziare le trame dei disfattisti di professione, quel pugno di antifascisti «soli, solissimi», come ha scritto Vittorio Foa. Per loro, per seguirne i passi, in Italia e all' estero, per eliminarli all' occorrenza, bastavano l' Ovra e i sicari. No: il disfattismo era per il regime il nemico per definizione, l' unico nemico che potesse minacciare un sistema in cui il Capo doveva realizzare l' ideale supremo della democrazia organica, della fusione mistica del popolo nel leader.E tanto più insistente fu la campagna contro il disfattismo quanto più in profondità penetrava l' adesione collettiva al regime, quanto più generalizzato fu il consenso. Consenso: questa è la parola che figura nel titolo di un volume della biografia di Mussolini scritta da Renzo De Felice. Da lì data la sconfessione di una falsa immagine della nostra storia. La favola bella che fu raccontata dopo la Liberazione all' Italia che si scopriva insieme sconfitta e vittoriosa fu quella di un antifascismo originario e diffuso che era sfociato naturalmente nella Resistenza. Oggi sappiamo che non era vero. Sappiamo che gli italiani erano stati profondamente corrotti dal regime fascista. La corruzione era consistita proprio nella continua denunzia del disfattismo, nella costruzione passo dopo passo di un sistema di unità organica tra popolo e capo che permettesse al capo di riassumere ed esprimere i bisogni del popolo, di rispondere a ciò che la gente voleva, al di là di ogni mediazione. In fondo, possiamo parlare del fascismo come di una forma speciale di democrazia: una democrazia che eliminava le mediazioni faticose dei sistemi rappresentativi nel momento stesso in cui cancellava le barriere che impedivano al potere del Capo di operare. Era per eliminare il disfattismo che bisognava sostituire la voce del regime alle discordanti voci della libera stampa e trasformare le istituzioni di una monarchia parlamentare in canali di unione organicistica tra il Capo e il suo popolo. E quando, con i Patti Lateranensi, anche la Chiesa dette il suo fondamentale contributo al pieno dispiegarsi di una saldatura completa tra il paese e «l' uomo della Provvidenza» la lotta al disfattismo fu coronata da due provvedimenti emblematici: il giuramento di fedeltà dei professori e la riapertura del tesseramento perché tutti potessero entrare in un partito che non era più una parte ma il tutto. Fu allora che almeno un italiano parlò di un processo di corruzione che stava minacciando tutti: un processo che poteva e doveva essere contrastato. Leone Ginzburg sostenne che non si dovevano condannare gli italiani che per ragioni di necessità avevano chiesto quella tessera, ma bisognava incoraggiarli a non fare altri passi sul terreno della corruzione. Oggi il discorso sulla corruzione degli italiani è di tipo diverso ma non meno grave. La saldatura tra popolo e leader si nutre del progressivo svuotamento dell' etica civile, fatto di leggi e di decreti di breve e brevissimo respiro, di una continua aggressione alle istituzioni rappresentative, alla divisione dei poteri dello Stato, alle istituzioni giudiziarie e alla legalità. Alla violenza fascista si è sostituita la persuasione di un abile management delle emozioni collettive e una sostituzione dell' evasionee del sogno alla durezza dell' irrreggimentazione. Ma l' esito è identico: si chiama corruzione e affonda le radici in un vuoto di memoria e di cultura civile. Se il consenso massiccio della popolazione al regime di Mussolini è una verità storica acquisita, questa verità non ha operato nel senso giusto, non ha spinto le istituzioni della Repubblica e la coscienza degli italiani a fare i conti con la nostra storia con la radicalità e la durezza con cui i tedeschi hanno fatto i conti col nazismo. Solo tenendo conto di questo si può risolvere l' enigma di un consenso collettivo appena incrinato da episodi che altrove avrebbero costretto ogni statista decente a dimettersi. Un paese che dimentica la propria storia è condannato a ripeterla.


ADRIANO PROSPERI


https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/06/15/il-fantasma-necessario-del-disfattismo.html




https://youtu.be/6XCoRzJrWQE




 E comunque, provando a redigere un paragone, se la causa superiore per cui è quagliata la maggioranza bulgara intorno a Draghi è per certi versi non dissimile dalla paura della solitudine che pervade coloro che si uniscono in amore o amicizia forzando la mano alle proprie convinzioni intime, la cosa potrebbe benissimo non decollare.


https://youtu.be/3LgBfE-u9XY









 Tra il "Solo gli stupidi non cambiano mai idea" e le pragmatiche incoerenze c'è quasi di sicuro un punto di equilibrio, nel Purgatorio del dubbio ( forse )


https://youtu.be/0CUVNTf1Lrk



venerdì 19 febbraio 2021

 


“Il mio presente fa il gesto dell’ombrello al passato”



 Samuele Bersani 


https://www.agi.it/spettacolo/musica/news/2021-02-16/il-tuo-ricordo-samuele-bersani-11392119/


https://youtu.be/C0Y0GvfrV6c




mercoledì 17 febbraio 2021

 A me sinceramente la politica italoeuropea  degli ultimi vent'anni ricorda molto la questione delle ville storiche ancora in mano ai discendenti dei proprietari originali, coloro i quali magari per secoli hanno usufruito di una forza lavoro non proprio sindacalizzata , che riescono a ripagarsi le manutenzioni con l'obolo dei visitatori. 


https://youtu.be/NrmNDZNmxIk









martedì 16 febbraio 2021

 Diceva qualcuno (molto probabilmente  Sciascia ), che la salvezza dell'Italia sarebbe dovuta passare necessariamente dalla scuola e dai maestri. Io penso che a questi ultimi andrebbero aggiunti anche gli assistenti sociali, che dovrebbero rimettere in carreggiata coloro che in un modo o nell'altro sono finiti fuori strada. Immagino che questo già succeda, temo solo in minima parte. Gran parte degli operatori in realtà non ha sposato la nobile causa, almeno stando ai risultati. Sarà il caso di provvedervi.



https://youtu.be/3tvRSFAVAqU






domenica 14 febbraio 2021

 C’è una bella parola: niente. Non pensare a niente. Non al Kanzler né al Katholon, pensa al clown che piange nella vasca da bagno, mentre il caffè gli gocciola sulle pantofole.


HEINRICH BÖLL


Opinioni di un clown



https://youtu.be/uWtoAYrTUJw






sabato 13 febbraio 2021

 Sconvolto dalla felicità, Florentino Ariza passò il resto del pomeriggio a mangiare rose e a leggere la missiva, ripassandola lettera per lettera più volte e mangiando più rose quanto più la leggeva, e a mezzanotte l’aveva letta così tanto e aveva mangiato così tante rose che la madre dovette stenderlo a terra come un vitello per fargli ingoiare un decotto di olio di ricino.



Gabriel García Márquez



https://youtu.be/7yrL8PeORjU




venerdì 12 febbraio 2021

 Nella bella penombra 




L’aria era una splendida rosa color triglia

E la foresta quando mi preparavo ad entrarci

Cominciava con un albero dalle foglie fatte di cartine di sigarette

Perché ti attendevo

E perché se te ne vieni con me

Da qualsiasi parte

La tua bocca è volentieri il niello

Dal quale riparte continuamente la ruota azzurra diffusa e spezzata che sale

A impallidire nella rotaia

Tutti i prodigi s’affrettavano a venirmi incontro

Uno scoiattolo era venuto ad applicare il suo ventre bianco sul mio cuore

Non so come ci stava

Ma la terra era piena di riflessi piú profondi di quelli dell’acqua

Come se il metallo avesse finalmente scosso il suo guscio

E tu coricata sullo spaventoso mare di pietre dure

Roteavi

Nuda

In un gran sole di fuoco d’artificio

Ti vedevo far discendere lentamente dai radiolari

Le conchiglie stesse del riccio di mare c’ero

Chiedo scusa non c’ero già piú

Avevo alzato la testa perché lo scrigno vivente di velluto bianco m’aveva lasciato

Ed ero triste

Il cielo tra le foglie riluceva feroce e duro come una libellula

Stavo per chiudere gli occhi

Quando le due pareti del bosco che s’erano bruscamente divaricate si sono abbattute

Senza rumore

Come le due foglie centrali d’un mughetto immenso

D’un fiore capace di contenere tutta la notte

Ero dove mi vedi

Nel profumo suonato a tutto spiano

Prima che quelle foglie tornassero come ogni giorno alla vita cangiante

Ho avuto il tempo di posare le labbra

Sulle tue cosce di vetro


André Breton


https://youtu.be/83YEgZ8nTzM





giovedì 11 febbraio 2021

 "Bisogna agire da uomo di pensiero e pensare da uomo d'azione”. 


Henri Bergson



https://youtu.be/-09Y7RC--Iw




mercoledì 10 febbraio 2021

 Un giorno di ottobre decisi di fare anch'io una capsula del tempo. Credo che l'idea mi venisse quando trovai un involucro cilindrico di cartone che mio padre aveva portato a casa. Lo foderai all'interno e all'esterno con la stagnola che conservavo metodicamente prelevandola dai pacchetti di sigarette e dagli incarti del chewing gum. Il mio amico Arnold scoprì cosa stavo facendo e decise di partecipare. E un giorno, dopo la scuola, mi accompagnò a Claremont Park, il posto che avevo scelto per seppellire la capsula.

Mi addentrai nel parco, fino a un punto dove c'era un gruppo di cespugli. Lì il terreno era soffice, w si poteva scavare in segreto. Io e Meg avevamo giocato molte volte in quel punto. Arnold mi aiutò a scavare la buca. La misurammo con il cilindro fino a quando potremmo inserirlo completamente. Con fare solenne mostrai ad Arnold gli oggetti che avevo scelto per presentare al futuro la mia vita come l'avevo vissuta: il mio distintivo decodificatore di Tom Mix con l'indicatore a forma di pistola. La mia biografia manoscritta di Franklin Delano Roosevelt, quattro pagine che mi avevano fruttato il massimo dei voti. Fu neccessario arrotolarla come un sigaro. La mia armonica M. Hohner Marine Band nell'astuccio originale, che era appartenuta a Donald e che mi aveva ceduto quando aveva ricevuto in regalo il modello più grande. Due astronavi di piombo Totsy Toy con la vernice scrostata, per dimostrare che avevo previsto il futuro. Il mio Little Blue Book, come diventare ventriloquo, non perché fossi riuscito a imparare, ma perché avevo tentato.  E finalmente qualcosa che avevo preferito non mostrare ad Arnold, una calza di seta di mia madre, tutta smagliata, che lei aveva gettato via e io avevo recuperato, come esempio di tessuti usati nei nostri tempi... sebbene avessi sentito dire che le donne non portavano più calze di seta per protestare contro i giapponesi, e avevano adottato quelle di cotone o del nuovo filato chimico che si chiamava nailon. 

Anche Arnold aveva portato qualcosa e mi chiese se poteva metterlo nella capsula. "È il mio vecchio paio di occhiali da vista" disse. "La montatura è incrinata, però forse capiranno un po' la nostra tecnologia quando guarderanno le lenti." Gli dissi che andava bene. Una volta, molto tempo prima, Arnold mi aveva mostrato come si poteva incendiare un arbusto secco con quegli occhiali. Li mise nel cilindro, io avvitai il coperchio e lo infilai nel terreno.

Poi estrassi di nuovo il cilindro,svitai io coperchio e ripresi il manuale del ventriloquo. Mi sembrava che fosse uno spreco, seppellire un libro.

Rimisi il cilindro nel buco. Ci guardammo intorno per essere certi che nessuno ci avesse visti, e riempimmo il buco con la terra, ci alzammo e calpestammo il suolo per pareggiarlo e renderlo duro com'era tutto intorno. Penso che sentissimo entrambi l'importanza di ciò che stavamo facendo. Sopargemmo qualche foglia e qualche piccola zolla sopra quel punto per mimetizzarlo.

Ricordo il tempo che faceva quel giorno, era freddo e il vento soffiava a raffiche e le nubi correvano veloci. Le foglie morte volavano via, e in Claremont Park i grandi alberi scricchiolavano. Tornai a casa camminando controvento. Misi le mani in tasca, aggobbii le spalle e proseguii. Mi esercitai a produrre il tono del ventriloquo. Lo ascoltai mentre attraversavo il parco e il vento mi pungeva le guance e mi velava gli occhi di lacrime.



E. L.  Doctorow


      La fiera mondiale


https://youtu.be/0a4lbYRhpQs








martedì 9 febbraio 2021

 Non sei fregato veramente finché hai da parte una buona storia, e qualcuno a cui raccontarla.


( Alessandro Baricco )


https://youtu.be/PdF8MPcZp6A



domenica 7 febbraio 2021

 "E quando ti chiederanno che cosa facciamo, tu gli risponderai: "Noi ricordiamo".


- Fahrenheit 451-


https://youtu.be/gq_h0cvvoiM




sabato 6 febbraio 2021

 Come suggerisce Gianrico Carofiglio nel suo libro del 2014, Una mutevole verità: "Un'incoerenza, un elemento dissonante.... Fenoglio lo aveva sempre pensato. Andare alla ricerca della discontinuità, delle note dissonanti".


          ....



Il paternalismo, ancor oggi oggetto di controversie filosofiche durissime, ha avuto in John Stuart Mill uno dei più tenaci oppositori nel XIX secolo. Egli sosteneva nel suo On liberty, pubblicato nel 1859, che l'unico potere che può esercitare un'autorità sui cittadini è impedire loro che producano danni ad altri.



Saper decidere - Rino Rumiati ( Editrice il Mulino )


https://youtu.be/OfOoo4vmEq4





venerdì 5 febbraio 2021

 “Le donne si dividono in due categorie: quelle dai contorni chiari e le portatrici di mistero. Era la prima cosa che un uomo percepiva, la prima cosa ad attirarlo o respingerlo. Certi sono attratti da un tipo, certi dall’altro."


Julian Barnes




https://youtu.be/PFvcqT-qBbA





giovedì 4 febbraio 2021

 Non so se gli italiani si entusiasmino sempre per l'Uomo nuovo o per l'uomo forte. Di sicuro la Sindrome di Pollyanna vive e lotta insieme a noi. 



https://capoversonewleader.wordpress.com/2018/12/03/attenti-alla-sindrome-di-pollyanna-il-troppo-ottimismo-porta-alla-stupidita/



https://youtu.be/PaTHMO-XmV4



mercoledì 3 febbraio 2021

 Una manciata di zirconi dalla ionosfera, l'ultima trovata di Prospero ( Shakespeare can never die ); si era pure trattenuto l'asso di denari prima di dare le carte.

Nella mia mente sdrucciola scivolavano pensieri incoerenti, ma sapevo che il tempo era dalla nostra parte.




https://youtu.be/MxWri--F7Hg





 Se la longevità è finire nel tritacarne del mercato nero dei vecchietti gestito dalle potenziali badanti temo che non sia un plusvalore. Il tutto detto nel profondo rispetto del ruolo che le assistenti alla persona assumono, e nella consapevolezza che la saggezza degli anziani non può essere sostituita da nessun know-how, ma che se manca l'empatia e un vero senso del restare umani questa cosa non ha molto senso.


https://youtu.be/XgFtQPgHyek








martedì 2 febbraio 2021

 Forse l'inferno è fatto davvero di stupide discussioni interminabili e di solenni catarsi semiserie..


https://youtu.be/c2R-hDtxW1E