giovedì 29 novembre 2018

si, cfr Chalchiuhtlicue, alla fine ci resterà solo amazon


martedì 27 novembre 2018


white sand

https://www.youtube.com/watch?v=z7gUIyeS3Ss



domenica 25 novembre 2018

"Tutto si fondava su un enorme non detto"


Giorgio Fontana






venerdì 23 novembre 2018



Santo Stefano - Oschiri. Altare rupestre

                   ( Intervallo )

https://www.youtube.com/watch?v=78-edzVwo1w




lunedì 19 novembre 2018

La vergogna è il lavoro della memoria contro la dimenticanza. La vergogna è quello che proviamo quando dimentichiamo quasi del tutto – ma non del tutto – le aspettative sociali e i nostri obblighi nei confronti degli altri a favore di una gratificazione immediata.

Se niente importa ( Jonathan Safran Foer )


sabato 17 novembre 2018

Fantasmi olandesi in un flusso celeste. Nel regno delle falene



"il pesce gatto è come la natura stessa. Esiste e basta. Non ha principi morali di per sé, è mera ostinazione cieca. Continua a presentarsi perché non sa niente altro e non capisce quel poco che sa"


Joe R. Lansdale





mercoledì 14 novembre 2018

https://youtu.be/s10ldVRHRSw


domenica 11 novembre 2018

Salto di catena

La venere scalza prende il treno alle 15:40
Ha nuovi orzi e vecchi accrocchi.
Sciolti I nodi pensa all`Estoril.
 Mulini a dondolo sberluccicano al sole.
Dada calling

https://youtu.be/_6eI3pnxVSc



giovedì 8 novembre 2018

Le Isobare e il frangipane


https://www.youtube.com/watch?v=GICHhnGcUrA



mercoledì 7 novembre 2018

lontano da lei,
 le parole risalgono la corrente,
lontano da lei,
 saltano via le forme







domenica 4 novembre 2018




Ode al Vento Occidentale


I

Oh tu Vento selvaggio occidentale, àlito
della vita d'Autunno, oh presenza invisibile da cui
le foglie morte sono trascinate, come spettri in fuga

da un mago incantatore, gialle e nere,
pallide e del rossore della febbre, moltitudini
che il contagio ha colpito: oh tu che guidi

i semi alati ai loro letti oscuri
dell'inverno in cui giacciono freddi e profondi
come una spoglia sepolta nella tomba,

finché la tua azzurra sorella della Primavera
non farà udire la squilla sulla terra in sogno
e colmerà di profumi e di colori vividi

il colle e la pianura, nell'aria i lievi bocci conducendo
simili a greggi al pascolo; oh Spirito selvaggio,
tu che dovunque t'agiti, e distruggi e proteggi: ascolta, ascolta!

II

Tu nella cui corrente, nel tumulto
del cielo a precipizio, le nuvole disperse
sono spinte qua e là come foglie appassite

scosse dai rami intricati del Cielo e dell'Oceano,
angeli della pioggia e del fulmine, e si spargono
là sull'azzurra superficie delle tue onde d'aria

come la fulgida chioma che s'innalza
sopra la testa d'una fiera Menade, dal limite
fioco dell'orizzonte fino alle altezze estreme dello zenit,

capigliatura della tempesta imminente. Canto funebre
tu dell'anno che muore, al quale questa notte che si chiude
sarà la cupola del suo sepolcro immenso, sostenuta a volta

da tutta la potenza riunita dei vapori
dalla cui densa atmosfera esploderà una pioggia
nera con fuoco e grandine: oh, ascolta!

III

Tu che svegliasti dai loro sogni estivi
le acque azzurre del Mediterraneo, dove
si giaceva cullato dal moto dei flutti cristallini

accanto a un'isola tutta di pomice del golfo
di Baia e vide in sonno gli antichi palazzi e le torri
tremolanti nel giorno più intenso dell'onda, sommersi

da muschi azzurri e da fiori dolcissimi al punto
che nel descriverli il senso viene meno!
Tu per il cui sentiero la possente

superficie d'Atlantico si squarcia
e svela abissi profondi dove i fiori
del mare e i boschi fradici di fango, che indossano

le foglie senza linfa dell'oceano, conoscono
la tua voce e si fanno all'improvviso grigi
per la paura e tremano e si spogliano: oh, ascolta!

IV

Fossi una foglia appassita che tu potessi portare;
fossi una rapida nuvola per inseguire il tuo volo;
un'onda palpitante alla tua forza, e potessi

condividere tutto l'impulso della tua potenza,
soltanto meno libero di te, oh tu che sei incontrollabile!
Potessi essere almeno com'ero nell'infanzia, compagno

dei tuoi vagabondaggi alti nei cieli, come quando
superare il tuo rapido passo celeste
sembrava appena un sogno; non mi rivolgerei

a te con questa preghiera nella mia dolente
necessità. Ti prego, levami come un'onda, come
una foglia o una nuvola. Cado

sopra le spine della vita e sanguino! Un grave
peso di ore ha incatenato, incurvato
uno a te troppo simile: indomito, veloce ed orgoglioso.

V

Fa' di me la tua cetra, com'è della foresta;
che cosa importa se le mie foglie cadono
come le sue! Il tumulto

delle tue forti armonie leverà a entrambi un canto
profondo e autunnale, e dolcemente triste.
Che tu sia dunque il mio spirito, o Spirito fiero!

Spirito impetuoso, che tu sia me stesso!
Guida i miei morti pensieri per tutto l'universo
come foglie appassite per darmi una nascita nuova!

E con l'incanto di questi miei versi disperdi
come da un focolare non ancora spento,
le faville e le ceneri, le mie parole fra gli uomini!

E alla terra che dorme, attraverso il mio labbro,
tu sia la tromba d'una profezia! Oh, Vento,
se viene l'Inverno, potrà la Primavera esser lontana?

Percy Bysshe Shelley




sabato 3 novembre 2018



"se vuoi una cosa fatta bene, fattela da solo"

https://youtu.be/deVsLiPjpiM





venerdì 2 novembre 2018

E niente. Stavo cominciando ad entusiasmarmi all`idea di una piratessa irlandese del sedicesimo secolo intravista in un documentario sull`Isola verde, Grace O'Malley
, famosa per difendere i diritti degli oppressi, per poi scoprire che fa parte del pantheon di una certa destra ( insomma, si sono presi capitan harlock, Bronson e il colore azzurro. Spero che ci lascino qualcosa )

https://youtu.be/GJuwdcQlT1g



giovedì 1 novembre 2018

"la malattia dell’insonnia portò con sé anche l’oblio dei nomi delle persone e delle cose. Così gli abitanti di Macondo furono costretti ad appiccicare su ogni oggetto ed essere vivente, capre e teiere, orologi e banani, dei cartellini con il nome per continuare a sopravvivere e parlarsi. Ma il villaggio sprofondava ugualmente nella dimenticanza. Una sera arrivò “un uomo decrepito” che nessuno riconobbe. “Aprì la valigia zeppa di oggetti indecifrabili, e tra quelli prese una valigetta con parecchi flaconi. Diede da bere a José Arcadio Buendia una sostanza di colore gradevole, e la luce si fece luce nella sua memoria”. “Era Melquíades”. “Lo zingaro veniva deciso a restare nel villaggio. Era stato nella morte, effettivamente, ma era tornato perché non era riuscito a sopportare la solitudine”.


Gabriel Garcia Marquez _ ._ Cent’anni di solitudine