Scoprire che il benzoino dell`orzata e` solo un lontano parente di quello dei fasti francesi non è stata una bella sorpresa. Il demone dei compensi intanto continua a dormire o prosegue ubriaco la sua corsa lontano da casa, e il cielo mette tempesta. Sullo sfondo le volpi ringhiano ai passanti
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"Dobbiamo impare a determinare la nostra rotta secondo le stelle, non seguendo le luci di ogni nave che passa." (Omar Bradley) Oppure niente
giovedì 30 luglio 2015
sabato 25 luglio 2015
Se avessero continuato a raccontare a stralci la propria storia per un pubblico distratto invece che sussurrarmela in un orecchio sarebbe finita che mi sarei preso la briga di cucire quei barlumi per tirare fuori il romanzo da leggere sotto il vulcano, vicino al nulla (ma all`interno di un vasto programma)
martedì 21 luglio 2015
STORIE DI GIORNALISTI (RACCONTA GREG)
C'e una canzone di G. Brown in Havana Moon,
un disco di Santana, che ripete a ritmo country la frase “E
tutti se ne andarono in Messico”, ci andarono i suoi amici,
ci andarono i suoi compagni, ci andò persino il suo cane.
Immagino che formi parte della congiunzione di due delle più
sane tradizioni nordamericane: mettersi in strada (grazie Woody
Guthrie, Kerouac, Wyatt Earp, Bob Dylan, John Dos Passos, Calamity
Jane, L'uomo Ragno, John Garfield, Ernest Hemingway) e scendere
verso la frontiera, cercare il sud (grazie John Reed, Indiana
Jones, James Taylor, Clint Eastwood, John Houston, Babe Ruth,
Carleton Beals, Mike Gold, Burt Lancaster).Suppongo che io me ne fossi andato al sud varie volte negli ultimi anni per quei due stessi motivi nazionali. Ma non era facile scendere a sud. Ogni conoscenza richiede l'assunzione per dosi, equivalente in peso e importanza, al motivo che ti spinge a farlo. Essere UScitizenUSbornGringo in America Latina è un passatempo per incoscienti, gangster a buon mercato, missionari commercianti, radicali al limite della pensione, freak, illusi o crociati. Tutti questi vanno a sud della nostra frontiera per via dei loro demoni. Viaggiano con i propri fantasmi. Poi ci siamo noi, gli altri, quelli che pensano che non ci siano frontiere, ne paesi, ma solo paesaggi e canzoni cantate in lingue che a volte non si conoscono. Tra tutti i mostri che viaggiano verso sud, noi siamo i più pericolosi, perché crediamo di non avere peccati originali da farci perdonare; perché pensiamo razionalmente di non essere troppo diversi, di poter coesistere con i nativi nei giusti termini: tu mi dai io ti do, tu mi sorridi io ti sorrido, anche se di notte abbiamo incubi dove bambini affamati e seminudi, i vivi fantasmi latinoamericani, ci indicano col dito. Scendere a sud, è, come sapevano Malcolm Lowry e Joseph Conrad e Ambrose Bierce, una discesa ai propri inferi. Abbandonando l'ingannevole paradiso nordamericano, il vero inferno, i demoni attaccano, cercano di fuggire dalla pelle ed erompere fuori. Lo sappiamo quando viaggiavamo verso sud, conosciamo i marziani che giocano a ping pong nelle nostre teste. E tutto sommato ci piace essere così, e non in un altro modo. Quello che non ha l'inferno dentro sarà contento di morire davanti al suo televisore in un posto assurdo come Indianapolis.
Bene, io ero qui. E se a volte non ci capivo niente, nemmeno i nativi sembravano capirci molto; per lo meno di questa storia assurda, di quel che si deduceva leggendo i giornali. Glielo dissi al Ciccio. Mi rispose che quando si stava lavando i denti non aveva tempo per le merdate razziste nordamericane.
A quattro mani (Paco Ignacio taibo II)
venerdì 17 luglio 2015
domenica 12 luglio 2015
giovedì 9 luglio 2015
martedì 7 luglio 2015
Pensavo di avere il dono dell`ubiquità, in realtà stavo solo svarionando senza meta. Ma del resto, quando uno deve incassare crediti di sonno per svariate decine di miliardi di dracme non può sottovalutare nessun talento che possa avere