404 Not Found
"Dobbiamo impare a determinare la nostra rotta secondo le stelle, non seguendo le luci di ogni nave che passa." (Omar Bradley) Oppure niente
mercoledì 30 settembre 2020
lunedì 28 settembre 2020
Non che la mia Vita sociale da un paio di lustri sia stata uno schianto, ma, di questo passo, con la normativa vigente si potrà conoscere nuova gente solo andando in chiesa, come nel medioevo ( che sia tutto un complotto dei prelati? )
sabato 26 settembre 2020
venerdì 25 settembre 2020
giovedì 24 settembre 2020
mercoledì 23 settembre 2020
C'era davvero poco da essere increduli. Un coltello piantato nella pancia lascia strascichi, in particolare se per ovvie ragioni non sei passato all'ospedale. Diciamo che ti sentivi come se avessi ingurgitato una pozione di chiodi arrugginiti e bicarbonato dopo una pizza forgiata con cento grammi di lievito chimico. Ma nonostante tutto non perdervi il buonumore. Ci sarebbe stata ad aspettarti sempre qualche giornata piena di sole e occasioni favorevoli. E quell'emorragia probabilmente si sarebbe risolta da sola con una camminata in quell'aria che iniziava a rinfrescare. Del resto eravamo ad agosto e le nevicate a Lisbona non erano una novità. In particolare quando scendeva tutta questa nebbia che sapeva di zucchero filato e queste ombre allungate che sembrava volessero abbracciarti, per poi magari chiederti se avessi già mangiato
"La somiglianza dei sogni lascia intravedere un piano; il periodo enorme rivela un esecutore sovrumano. Indagare il proposito di codesto essere immortale o longevo sarebbe, forse, non meno arrischiato che inutile, ma è lecito sospettare che egli non l’abbia portato a termine. Nel 1691, il Gerbillon, della Compagnia di Gesù, accertò che del palazzo di Kublai Khan non restavano che rovine; del poema sappiamo che si salvarono soltanto cinquanta versi. Tali fatti permettono di immaginare che la serie dei sogni e delle costruzioni non abbia toccato il suo fine"
Borges
https://artslife.com/2020/09/23/dettature-oniriche-restituzioni-artistiche-la-storia-di-xanadu-da-coleridge-a-orson-welles/?fbclid=IwAR0auagg8fUoEf-RwysF8BwS-8MrSezf31bZcGXHzTAd3oqiSGrHLbWEs8A
https://youtu.be/vWZ6hmHj2MA
martedì 22 settembre 2020
lunedì 21 settembre 2020
domenica 20 settembre 2020
Una primavera che cola dal naso dell'autunno, con il famigerato innesto di seme nell'utero divino. Davvero uno strambo finale di stagione
sabato 19 settembre 2020
venerdì 18 settembre 2020
Allora, sembra che te ne stai andando, che ormai posso allungare ben poco la storia con cui ci siamo fatti compagnia in queste ultime notti. Niente dura in eterno, Sebastian, dico a te e dico alla macchina per scrivere che, abituata ai monologhi, non risponde più. Perché questa storia per me finisce in Messico, ma tu la farai continuare oltre le coste del Golfo e oltre le palme di Veracruz. Dove? Non ne ho idea. Le tue tracce sono svanite. I San Vicente dell'elenco telefonico di Gijon non sanno niente di te. Non ci sono tue tracce negli archivi della CNT di Amsterdam, nei segni del tuo passaggio nella rivoluzione asturiana del '34. Il tuo nome non figura nei registri dell'esercito del nord all'archivio di Salamanca. Non c'è niente che ti riguardi negli archivi nazionali francesi ne in quelli di Washington e, stando al computer, l'FBI si dimentica di te a partire dal 1922. Non sei dove dovresti essere. Alla Biblioteca Nacional dell'Avana, le raccolte dei giornali non mi hanno restituito il tuo nome, quando le ho consultate. Dove diavolo ti sei ficcato? Dove ti sei portato la rivoluzione?
( Paco Ignacio Taibo II - Rivoluzionario di passaggio )
https://youtu.be/Anku7fOTcPU
mercoledì 16 settembre 2020
martedì 15 settembre 2020
Il suo cuore di cenere compressa, che aveva resistito senza vacillare ai colpi più pungenti della realtà quotidiana, crollò ai primi assalti della nostalgia.
Gabriel Garcia Marquez
Cent'anni di solitudine
lunedì 14 settembre 2020
Qualche malpensante insinua che tra coloro a cui l'eterna emergenza torni comoda ci siano i grandi imboscati del pubblico impiego che tra i vari record che sognano di poter vantare c'è quello di non aver mai concluso una pratica. Marrani
https://youtu.be/bcrkoIfPUx0
domenica 13 settembre 2020
sabato 12 settembre 2020
giovedì 10 settembre 2020
GALLEGGIANDO
Impigrisce la nostra canoa sulla pigra corrente
tra rampicanti e alberi e giunchi sull’acqua
stagnante di un torpido fiume del Midwest;
girando lenta su se stessa s’impiglia nelle ninfee
abbondanti. Siamo stanchi di pagaiare.
L’intero pomeriggio a risalire la debole corrente,
per oscuri meandri, su, tra pascoli e boschi;
oltre guadi fangosi dove il forte odore di bestiame
scivolava denso sull’acqua; cantando canzoni
di movimenti perfetti e regolari: canzoni
da sci, canzoni da raduno notturno, d’argano
in moto, dell’argine e del rollio dei barcaioli.
Stanchi del movimento e dei suoi ritmi,
stanchi del dolce gioco nell’unione delle forze,
ci abbracciamo distesi lasciando che palpi
di ninfea, petali e foglie trattengano il moto
nel caldo che s’addensa, nell’aria sonnolenta.
Canta per me a bassa voce, Westron Wynde,
Ah Syghes, mon coeur se recommend à vous,
Phoebi Claro; canta le erratiche melodie erotiche
d’uomini e donne di settecento anni fa,
piano, con la bocca chiusa sulla mia guancia.
Lascia le nostre cosce impigliarsi nei cuscini,
lascia che i tuoi seni nella veste sottile
pendano sulle mie braccia nude, sulla gola;
che i capelli profumati ci scendano sugli occhi;
baciami con quelle sottili labbra melodiose.
Mentre ti spoglio hai pupille umide e nere,
enormi, e la pelle fresca, d’avorio.
Muoviti cauta, muoviti appena, apri le cosce,
prendimi piano mentre le labbra annaspano
e ci succhiamo la gola dove ronza il sangue.
Muoviti piano, no, non muoverti, tienimi in fondo
a te, ferma, nel profondo, mentre il tempo
scivola via come il fiume oltre il letto dei gigli
e questi momenti rubati scompaiono, fusi
nella nostra carne mortale e senza tempo.
Kenneth Rexroth
mercoledì 9 settembre 2020
martedì 8 settembre 2020
Lui ha teso verso di me una foglia come una mano con le dita.
Io ho teso verso di lui una mano come una foglia con i denti.
Lui ha teso verso di me un ramo come un braccio.
Io ho teso verso di lui il braccio come un ramo.
Lui ha piegato verso di me il suo tronco
come un melo.
Io ho piegato verso di lui la spalla
come un tronco nodoso.
Sentivo la sua linfa accelerare pulsando
come il sangue.
Sentiva il mio sangue rallentare salendo come la linfa.
Io sono passato attraverso di lui.
Lui è passato attraverso di me.
Io sono rimasto un albero solo.
Lui
un uomo solo.
Lui ha teso verso di me un ramo come un braccio.
Io ho teso verso di lui il braccio come un ramo.
Lui ha piegato verso di me il suo tronco
come un melo.
Io ho piegato verso di lui la spalla
come un tronco nodoso.
Sentivo la sua linfa accelerare pulsando
come il sangue.
Sentiva il mio sangue rallentare salendo come la linfa.
Io sono passato attraverso di lui.
Lui è passato attraverso di me.
Io sono rimasto un albero solo.
Lui
un uomo solo.
Nichita Stănescu
domenica 6 settembre 2020
Quasi un madrigale
Il girasole piega a occidente
e già precipita il giorno nel suo
occhio in rovina e l'aria dell'estate
s'addensa e già curva le foglie e il fumo
dei cantieri. S'allontana con scorrere
secco di nubi e stridere di fulmini
quest'ultimo gioco del cielo. Ancora,
e da anni, cara, ci ferma il mutarsi
degli alberi stretti dentro la cerchia
dei Navigli. Ma è sempre il nostro giorno
e sempre quel sole che se ne va
con il filo del suo raggio affettuoso.
Non ho più ricordi, non voglio ricordare;
la memoria risale dalla morte,
la vita è senza fine. Ogni giorno
è nostro. Uno si fermerà per sempre,
e tu con me, quando ci sembri tardi.
Qui sull'argine del canale, i piedi
in altalena, come di fanciulli,
guardiamo l'acqua, i primi rami dentro
il suo colore verde che s'oscura.
E l'uomo che in silenzio s'avvicina
non nasconde un coltello fra le mani,
ma un fiore di geranio.
( Salvatore Quasimodo )
https://youtu.be/3gRKl5Nk-NY
Nella storia della letteratura ci sono stati tanti grandi autori che ''avevano avuto l'ardire di prendersi quella libertà di scrivere del proprio isolamento, c'erano stati grandi malati (Proust), pazzi furiosi (Holderlin, recluso trent'anni nella torre del falegname Ernst Zimmer a Tubinga), o, molto semplicemente, individui rinchiusi o incarcerati (Sade, Xavier de Maistre, Ezra Pound, Dostoevskij, Francois Villon, Antonio Gramsci, Giacomo Casanova, Silvio Pellico) - ma mi pareva che, tranne forse de Maistre, nessuno fosse caduto nella trappola di vedere il proprio isolamento come un'opportunità o una possibilità da cogliere''. Insomma cercare la rigenerazione e la prospettiva positiva in una situazione drammatica come la pandemia e il lockdown è una delle tante follie che per Bernard-Henri Lévy hanno trovato spazio in questa situazione inedita di crisi. L'inferno non sono gli altri ma sei tu, spiega ancora Lévy in Il virus che rende folli, e per questo nell'isolamento e nel distanziamento imposto dall'epidemia che ha colpito il mondo, e non è ancora arrivata alla sua fase finale, non c'è nulla di buono. Un mondo e una fase complessa nella quale, sottolinea il filosofo francese, ci siamo persi persino in definizioni bizantine, come quella di ''congiunti'' o ''affetto stabile'' in Italia, autocertificazioni e ricerca del senso più profondo dell'alterità. Un mondo in cui non erano stati fatti calcoli sulle conseguenze di quello che stava accadendo e tantomeno delle decisioni che via via sono state prese: ''ho cominciato ad essere nostalgico della lezione di sobrietà di Rieux e Oreste''. Uno stato confusionale insomma, nel quale ricorda Lévy sono state chiamate in causa anche motivazioni apocalittiche, si è parlato persino di ''un avvertimento della natura', mentre gli stessi medici con le loro versioni contraddittorie, spiega, hanno mostrato la loro fragilità. ''Peccato che tutto questo non abbia senso. E, avendo avuto la fortuna di essere entrato nel territorio della filosofi dalla porta dell'epistemologia, so che la 'comunità' degli scienziati non è più comunità di altre; che è attraversata da linee di frattura, sensibilità e interessi divergenti, gelosie meschine, dispute fondamentali; so che il mondo della ricerca è un campo di battaglia."
Elisabetta Stefanelli
https://www.lanuovasardegna.it/tempo-libero/2020/08/24/news/bernard-henri-levy-e-la-pandemia-1.39228380/amp/