"C'era letteratura ovunque. Il mondo era una giungla chiamata scrittura. In quel mondo gli scrittori diventavano politici e i politici scrivevano per i giornali e nel frattempo tutti si scrivevano ogni giorno, come se un'esperienza non fosse tale fino a quando non avesse acquisto la propria immagine in parole. Parole stampate su pagine di giornale, scarabocchiate su foglietti di quaderno e sulle lettere, accumulate negli archivi, incollate ai muri o rilegate in piccoli libretti da distribuire nei centri commerciali. La carta che usavano era scadente, era pesante, macchiata, e si strappava facilmente, ma le parole, quelle sembrava che stessero diventando sempre più leggere, simboli buttati giù alla svelta per catturare l'universo in una rete delicata e ineffabile. E le reti, più sono ineffabili e più è difficile fuggirne.
Nel mondo ordinario l' impressione era che chiunque allestisse spettacoli, fondasse riviste o lanciasse mode effimere di generi particolari di scrittura. Poi andavano al bar a discutere di quegli spettacoli e di quelle riviste, parlando di impaginazione e caratteri tipografici e di quanto fosse arretrata la scrittura contemporanea. Era la nuova epoca della pubblicazione, pian piano se ne stavano rendendo conto tutti, con sorpresa, vagando tra i vicoli, i boschi e le sale da concerto, come se arrivando a una sfilata di moda si scoprisse lentamente e con stupore che tutti gli arredi, compresa la sedia su cui si è seduti, sono fatte di fiori. E forse da qui in avanti non ci saranno altre epoche, fino al giorno in cui il calore del sole e gli asteroidi distruggeranno tutto. Le storie si moltiplicavano con grande rapidità, così come i batteri e le spore si riproducono in qualsiasi corpo in decomposizione, mentre fuori imperversavano cani perniciosi. Le persone volevano comporre le proprie cronicas, o commentare quello che scrivevano altre persone, interrompendo la scrittura solo per ulteriori letture, che poi producevano altri scritti ancora. Era come se la scrittura fosse un narcotico o quanto meno un'ossessione, e nessuno pensava veramente agli effetti di tutte quelle parole, né a quelli su chi di quelle parole era l' oggetto, o su chi quelle parole le produceva, o su un mondo in cui esistevano tutte quelle parole.
Un mondo in cui la scrittura è ovunque in realtà è un mondo di lettura. Tutti scrivevano - ma questo significava che tutti leggevano, e così provavano il profondo malessere della lettura."
Adam Thirlwell
Il futuro futuro
https://youtu.be/lFvzRSQirRQ?si=vlilIesuTAwiE6br
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Photo: Misery (behind the scenes )
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